Il tema del costo dell’energia e della diversificazione del fabbisogno dei paesi industrializzati dal petrolio non è più rinviabile. Non è solo un problema di sensibilità dei cittadini, vi è un problema molto concreto ed è l’incidenza dei costi sul bilancio degli enti ed in particolare dei comuni.
Molti enti territoriali hanno intrapreso la via del fotovoltaico, spinti dagli incentivi statali che oggi non ci sono più. I comuni hanno giustamente investito nella realizzazione di impianti di questo tipo, ma spesso l’approccio che hanno avuto non è stato organico.
Gli investimenti nel fotovoltaico hanno ritorni nell’arco di 6-8 anni, che non sono stati raffrontati con altre forme di investimento energetico, o con interventi di efficientamento che miravano a migliorare la situazione esistente. Non sono state fatte delle valutazioni in termini di risparmi che si otterrebbero con interventi di diversa natura, attraverso ad esempio l’adeguamento tecnologico dell’illuminazione pubblica o attraverso interventi di riqualificazione degli immobili del comune o uno svecchiamento delle centrali termiche che alimentano le scuole e gli edifici pubblici.
Questi investimenti hanno solitamente un ROI molto più basso, alcuni sono più duraturi e offrono maggiori garanzie in quanto sono tecnologie mature e non si basano su prove di laboratorio (i primi pannelli avevano durata utile di 20 anni, ma questo tempo non è ancora trascorso).
Un approccio che ci sentiamo di suggerire prende spunto dalla ISO 50001. Questo standard in tema di energy management è riconosciuto a livello mondiale come buna prassi per affrontare in modo sistematico il tema della gestione energetica. Per i comuni costituisce un modo per dare evidenza dell’adozione di un approccio integrato per promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio e per realizzare interventi di risparmio energetico.
Oltretutto le azioni per sviluppare politiche di risparmio energetico rientrano nel quadro generale delle iniziative previste dal P.E.R. (Piano Energetico Regionale), che prevede all’interno delle linee guida l’autonomia amministrativa per i Comuni intenzionati a perseguire strategie di miglioramento per il territorio.
La certificazione energetica secondo il modello ISO 50001, prevede una fase iniziale di valutazione delle diverse fonti e servizi che utilizzano l’energia ed una valutazione dei relativi consumi.
Questa analisi va condotta nell’arco di un anno per identificare eventuali ciclicità o stagionalità. Un altro elemento importante del censimento dei consumi energetici è la suddivisione per area e per tipo di servizio, illuminazione, riscaldamento, climatizzazione estiva ecc e per tipologia di fonti di energia, combustibili fossili, fonti energetiche rinnovabili, vettori energetici acquisiti dall’esterno
Una volta completato il censimento si definiscono le possibili azioni di miglioramento, valutando costi di realizzazione e tempi di ritorno dall’investimento ROI.
La fase conclusiva dello studio deve terminare con piano di azione analitico che analizza tutte le variabili energetiche del territorio e propone, anche in base alle priorità dell’Amministrazione comunale, azioni di miglioramento e di sviluppo non solo dell’efficienza ma anche del contesto sociale a favore dei cittadini.