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Decreto Sviluppo: rinvio del Governo, tensioni su risorse incentivi

Per conoscere la sorte degli incentivi alle imprese contenuti nel Decreto Sviluppo bisognerà attendere, visto che l’ultimo CdM non lo ha inserito all’ordine del giorno: la conferma del rinvio è giunta dopo la riunione straordinaria tra il premier Mario Monti, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e il viceministro all’Economia Vittorio Grilli.

Oltre alla complessità della norma, il vero problema sono le risorse: da quanto emerso tra le righe dalle dichiarazioni di Vittorio Grilli, il Decreto Sviluppo è molto costoso, tanto che il ministro Passera, potrebbe dover rinunciare a parecchie misure per la crescita inizialmente previste.

È il caso delle misure a favore delle imprese che investono in ricerca e sviluppo. Inizialmente era previsto un credito d’imposta per spese annuali fino a 300mila euro, ora pare invece che il tetto sia sceso a 100mila euro e il credito d’imposta (del 35%) sia concesso solo alle imprese che assumono personale qualificato.

E questo anche con determinate limitazioni: i lavoratori devono essere giovani under 35 con dottorato di ricerca universitario, o under 30 con laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico impiegato in attività di R&S. In entrambi i casi i titoli accademici non devono essere stati conseguiti da più di sei mesi e i lavoratori non devono aver svolto attività retribuita da almeno sei mesi.

Cambiamenti anche per quanto riguarda la possibilità di compensare debiti e crediti fiscali: sembra infatti che non ci siano risorse sufficienti per introdurre la misura nel Decreto Sviluppo.

Sparirebbe infine la divisione in 2 decreti, uno per le infrastrutture e uno per gli incentivi, che a quanto pare accorpati in un unico provvedimento.